Articolo aggiornato il 13 Ottobre 2021

Nell’articolo di oggi parliamo di cosa fare in un weekend a Dublino.
Vi propongo una sorta di itinerario che, per una volta, sfiora soltanto gli immancabili pub della capitale irlandese, concentrandosi maggiormente sulla parte culturale.
Vi porto alla scoperta dei luoghi di James Joyce e Oscar Wilde.
Indice degli argomenti
Perché un itinerario letterario
La Dublino moderna è una città dove convivono passato e presente, in un connubio speciale in cui il primo nulla toglie all’altro. Anzi, il risultato è un fascino indiscutibile, tanto che ogni anno tantissimi giovani approdano nella capitale irlandese non solo in cerca di lavoro, ma attratti anche da quel lifestyle tanto caratteristico da sembrare il set di un film.
Tra il verde dei parchi cittadini e l’intimità dei pub, io ho un debole per la Dublino storica, legata indissolubilmente alla letteratura.
Se mi seguite, sapete che ho vissuto qui per un periodo di tempo lavorando come ragazza alla pari. In fondo alla pagina troverete il link all’ articolo con tutti i miei consigli – sperimentati in prima persona- per organizzare una vacanza a Dublino.
Iniziamo?
Weekend a Dublino: cosa visitare in città?
La Cattedrale di San Patrizio

Nel nostro itinerario letterario iniziamo con un pezzo da novanta nella storia della capitale irlandese.
Parliamo della Cattedrale di San Patrizio, legata a quel Santo che è il patrono di tutto il Paese.
La Cattedrale è dedicata al culto protestante e alle sue spalle ha una storia complessa, costellata di incendi e ristrutturazioni.
Pare che, anticamente, al suo posto sorgesse una chiesa in pietra, edificata dai normanni. Secondo la tradizione cristiana, l’edificio sarebbe stato costruito nel punto esatto in cui San Patrizio battezzava i primi fedeli, introducendo il cristianesimo in un territorio pagano, legato al culto della terra e degli spiriti.
Quando la visitai per la prima volta, già dall’esterno rimasi davvero impressionata dalle sue dimensioni, ma entrando questa sensazione diventa più forte perché si perde davvero il senso delle misure.
Le navate altissime e gli archi a sesto acuto danno all’edificio un’altezza ancora più pronunciata, un effetto ottico acuito dall’austerità tipica dello stile gotico. L’elemento più bello è dato dalle vetrate colorate, che ingentiliscono l’aspetto della Cattedrale, rendendola una delle più alte espressioni architettoniche di tutto il Nord Europa.
Il Trinity College

Fondato dalla regina Elisabetta I, il Trinity College è conosciuto come “l’università” e Oscar Wilde studiò proprio qui.
L’intento della regina era creare un centro culturale di eccellenza per la formazione dei giovani protestanti. In questo modo sperava di tenere gli studenti irlandesi lontani dalle influenze cattoliche. A noi oggi sembra strano, ma non dobbiamo dimenticare che all’epoca i maggiori centri culturali erano sotto il potere del papato di Roma. Riservare il Trinity ai protestanti significava cercare di allontanarsi da questo giogo, in cui la religione andava a braccetto con la politica e dipendeva da Roma.
Per fortuna oggi le cose sono cambiate. Il Trinity College infatti è aperto a tutti a prescindere dal credo religioso. Comunque, la regina riuscì nel suo intento, perché l’università è il fiore all’occhiello non solo di Dublino, ma dell’intero Paese.
Il complesso del Trinity è immenso, praticamente una città nella città, fatto di giardini e antichi edifici riccamente decorati.
Alcune aree del campus sono aperte ai visitatori, quindi c’è la possibilità di osservare la vita quotidiana degli universitari a Dublino. Sicuramente è una vita in stile anglosassone, molto diversa da quella che conducono gli studenti in Italia. Voglio dire, io non ho mai giocato a cricket all’università, ma a essere sincera, non ci ho proprio mai giocato, non so se mi spiego 🙂
Il libro di Kell: il diamante del Trinity College
All’interno del Trinity, precisamente nell’area a pagamento della Old Library, si trova il libro più importante di tutta l’Irlanda e non solo.
Mi riferisco al libro di Kell, realizzato dai monaci irlandesi verso l’800 D.C. Contiene la trascrizione latina dei Vangeli e la parte più preziosa sono le miniature realizzate con una perizia quasi impensabile per l’epoca, dove tutto veniva ancora fatto a mano. Ve ne parlo qui: Il libro di Kells: viaggio nei racconti dei Vangeli
Il quartiere e la statua di Oscar Wilde

Arriviamo poi a Marrion Square, una zona molto caratteristica della città.
Io ci andavo due volte a settimana perché qui si trovava la mia scuola di inglese, e non credo ci sia a Dublino un quartiere più tipico.
L’elemento di spicco sono le porte delle case, con i colori a dir poco sgargianti. Fanno da padroni il blu, il rosso e il giallo, ma se ne trovano un po’ in tutti i colori, incluso il rosa.
Qui si trova la casa di Oscar Wilde, che sconvolse la borghesia della Dublino bene nel momento in cui dichiarò pubblicamente la sua omosessualità.
Forse proprio per questo la sua opera più famosa, “Il Ritratto di Dorian Gray”, fu accolta in malo modo, collezionando critiche feroci. In molti, infatti, vedevano nel protagonista riflessi autobiografici. Dorian vendette l’anima al diavolo per restare eternamente giovane e bello, quindi incarnava perfettamente la decadenza dei valori morali dell’epoca. In un periodo in cui l’essere omosessuale era considerata una maledizione, Oscar Wilde divenne un capro espiatorio perfetto, tanto che fu letteralmente massacrato dalla società dell’epoca.
Oggi, a poca distanza dalla sua casa, ci si imbatte nella statua che lo ritrae. Non è una statua solenne, Wilde infatti viene ritratto in una posa giocosa, quasi irriverente. Come a voler sbeffeggiare quella società che ha tanto infierito su di lui.
Ecco la statua:

Il museo di James Joyce
Arriviamo così all’ultima parte del nostro itinerario di un weekend a Dublino.
La città è legata anche alla figura di James Joyce, lo scrittore ribelle e anticonformista che lavorò in Italia, diventando grande amico di Italo Svevo.
L’opera più famosa di Joyce si intitola “Ulisse”. Il nome richiama alla tradizione omerica, ma non c’è nessun eroe, perché si parla dei problemi comuni di una normalissima famiglia di Dublino, che fa da cornice a tutto il romanzo.
Mentre nel caso di Wilde la borghesia si impegnò a trovare analogie tra lui e l’immoralità di Dorian Gray, qui abbiamo davvero una forte simmetria tra i personaggi di Ulisse e la vita reale di James Joyce, sempre sobbarcato di debiti e molto spesso dedito all’alcol. In questo caso, possiamo davvero dire che si intrecciano genio e follia.
Oggi a Dublino c’è un museo dedicato a Joyce. All’ interno ci sono dei percorsi interattivi, con i filmati della sua vita e vari approfondimenti sulle opere.
Una cosa molto carina, almeno per me, è la ricostruzione della sua camera da letto. Sarà che io ho sempre amato le ricostruzioni perché, anche solo superficialmente, permettono di sbirciare nell’intimità dei personaggi storici, immaginandone la vita. Entrando, non ho potuto fare a meno di pensare a James Joyce intento a lavorare, seduto alla sua scrivania illuminata da una lampada a olio.
Chiaramente ci sarebbero tantissime altre cose da visitare in un fine settimana a Dublino, ma per oggi ho scelto di concentrarmi sulla parte storica strizzando l’occhio alla letteratura.
All’interno del blog, trovate altri articoli su Dublino e cosa visitare in un weekend.
Intanto, come promesso, vi lascio il link con tante informazioni per organizzare il viaggio: Vacanza a Dublino: consigli da expat nella capitale irlandese