Articolo aggiornato il 22 Giugno 2021

Oggi vi parlo della mia visita al Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno.
In realtà si tratta di un luogo che conosco bene perché la città si trova a circa un’ora di macchina da casa mia, ma ogni volta ci torno con piacere e amo fermarmi per recitare una preghiera anche quando vado al mare.
Santa Maria Goretti è una figura importantissima per l’identità religiosa e culturale di Nettuno. Conoscete la sua storia?
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Chi era Maria Goretti
Maria nacque a Corinaldo, in provincia di Ancona, nel 1890, in una famiglia poverissima.
Quando era ancora molto piccola, la famiglia decise di trasferirsi. Prima a Paliano -a pochi chilometri da Cave, il paesino dove vivo- poi a Ferriere di Conca, nei pressi di Nettuno.
All’epoca, tutte le campagne della zona erano un inferno paludoso infestato da insetti e zanzare. L’Agro Pontino infatti sarebbe stato bonificato solo durante il periodo fascista e, all’epoca in cui Maria e la sua famiglia si stabilirono nella zona, c’erano ancora condizioni igieniche molto scarse e la povertà faceva da padrona.
Il rischio di ammalarsi e morire era sempre dietro l’angolo. Il padre di Maria Goretti morì proprio a causa della malaria, lasciando a sua moglie la responsabilità di allevare i numerosi figli.
Maria aiutava la mamma a badare ai fratellini più piccoli. I racconti dell’epoca la descrivono come una bambina fuori dall’ordinario, quasi angelica. Ubbidiente, timorosa di Dio e forte nella sua fede. Si racconta che uno dei suoi desideri più grandi fosse quello di fare la prima Comunione. Maria riuscì nel suo intento. Fu abile nell’apprendere tutto il catechismo richiesto, nonostante il poco tempo libero e le condizioni di povertà della sua famiglia.
Come tutte le storie dei Santi, anche questa, di storia, non ha un lieto fine, perlomeno sulla Terra. Maria infatti fu uccisa barbaramente con 14 coltellate dal suo vicino di casa Alessandro Serenelli, dopo aver rifiutato le sue avances. A nulla servì la corsa in ospedale e la seguente operazione chirurgica, nel tentativo disperato dei medici di salvarle la vita. Maria morì il giorno successivo all’aggressione all’età di 12 anni.
Poco prima di morire, pronunciò una delle frasi che l’avrebbero resa celebre. Riferendosi al suo assassino, Maria disse:
Lo perdono e lo voglio con me in Paradiso.
Quel giorno era il 6 Luglio del 1902. Sarà poi Papa Pio XII a presiedere la cerimonia della sua canonizzazione, nel 1950.
La storia di Maria è stata ripresa anche a livello televisivo, con il film “Maria Goretti” del 2003, dove la Santa era interpretata dall’attrice Martina Pinto.
Il Santuario
Il Santuario dove riposa il corpo di Santa Maria Goretti si trova proprio al centro di Nettuno. Tuttavia ha un forte legame anche con la Madonna delle Grazie. Per capire il perché, dobbiamo tornare indietro di parecchi secoli, ai tempi di Enrico VIII.
Famoso per essere stato sposato ben sei volte, Enrico divorziò dalla sua legittima moglie, Caterina D’Aragona, per sposare la sua amante Anna Bolena, cosa che causò lo scisma dell’Inghilterra con la Chiesa Cattolica di Roma e la nascita della Chiesa Anglicana. Per questo motivo il sovrano inglese aveva proibito ai suoi sudditi l’uso delle immagini sacre. Alcuni marinai decisero allora di portare in salvo una statua della Madonna alla quale erano particolarmente devoti.
Durante il loro viaggio sbarcarono a Nettuno, dove una tempesta impedì loro di ripartire. Gli uomini interpretarono le cattive condizioni del tempo come un presagio divino e lasciarono la statua a Nettuno, collocandola nel Santuario che sorgeva in riva al mare.
Proprio il mare ha segnato la storia del Santuario, mettendone più volte a rischio l’esistenza. Nel corso dei secoli gli uomini hanno ingaggiato una battaglia impari contro la natura e la storia si è ripetuta qualche decennio fa, quando la salsedine sembrava aver corrotto irrimediabilmente la struttura. L’ultimo restauro del Santuario risale al 1966, quando già ospitava le spoglie di Maria Goretti.
Come si presenta il Santuario
Oggi si accede all’area consacrata attraversando un piazzale di stampo moderno, delimitato da cancelli che, la sera, vengono chiusi.
La prima cosa che mi colpisce ogni volta che entro in questo luogo è la semplicità dell’ambiente.

Il minimalismo accompagna tutti gli elementi decorativi, incluso il soffitto con le travi in legno.

Personalmente ho sempre trovato caldo e accogliente qualsiasi ambiente realizzato in legno, poco importa che si tratti di un castello, di uno chalet o, come in questo caso, di un luogo sacro.
Scendendo attraverso una scalinata laterale, si arriva alla cripta dedicata a Santa Maria Goretti. In questo luogo ci si può raccogliere in preghiera, oppure semplicemente ammirare la ricostruzione della sua vita.
I momenti principali della vita di Maria Goretti sono stati ricostruiti sotto forma di presepe. A ogni immagine è associato un momento della giornata, dall’alba al tramonto. Questa sala si trova completamente al buio e si illumina quando qualcuno si ferma davanti alle immagini, schermate dai vetri di protezione.
Questa prima immagine ricostruisce la morte del padre di Maria.

Qui invece è rappresentato il momento dell’aggressione.

Infine, quello della morte di Maria in ospedale.

All’interno della cripta si possono trovare notizie anche di Alessandro Serenelli, l’assassino di Maria, e del suo percorso di pentimento e conversione durante gli anni del carcere.
Infine, sempre all’interno del Santuario, c’è una specie di piccolo museo dedicato a Maria Goretti. In realtà si tratta di una stanza molto semplice dove si possono osservare alcune reliquie della Santa e le fotografie della visita di Giovanni Paolo II al Santuario di Nettuno. Una delle fotografie più significative è questa.

Lo scatto risale al giorno della canonizzazione a Piazza San Pietro.
La signora anziana davanti al feretro è la mamma di Maria e dal suo volto traspare tutta la sua emozione. Ogni volta, soprattutto da quando sono diventata madre, mi chiedo sempre se la canonizzazione della sua piccola dovesse sembrarle un atto di giustizia divina, quasi un ricompensa per una vita di stenti e il dolore inimmaginabile di perdere una figlia in un modo tanto assurdo.
Continuo a chiedermelo, ma non ho ancora trovato una risposta.
Informazioni utili per la visita al Santuario
- Se vi interessa sapere qualcosa in più sulla storia del Santuario o sulle attività che vengono svolte, questo è il link dove potete trovare tutte le informazioni : http://www.santuarionettuno.it/
- Vicino l’ entrata principale del Santuario, troverete una piccola stradina laterale, proprio sulla vostra sinistra. All’interno c’è un parcheggio a pagamento. Anche se non è custodito, è ottimo se volete passare la giornata in spiaggia o visitare il Santuario senza lasciare la macchina troppo lontano.
- Un paio di anni fa, quando il marito e io eravamo ancora fidanzati, ci hanno ospitati come pellegrini per una notte all’interno del convento sul retro. Ci serviva un punto di appoggio tranquillo e sono stati proprio gli abitanti di Nettuno a suggerircelo. Se non vi dispiace dormire in un ambiente spartano, potrebbe essere la soluzione giusta anche per restare qualche giorno al mare. Prima di andare via, noi abbiamo semplicemente lasciato un’offerta per la Chiesa.
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