
Tra tutte le storie degli attivisti siriani, quella di Razan Zaitouneh è tra le più importanti per tratteggiare la reale situazione che in Siria si protrae da oltre un decennio, anche perché questa donna era tra le figure di spicco della società civile siriana e ricopriva un ruolo pubblico. Non certo una sconosciuta, insomma, da far sparire sperando che finisse nel dimenticatoio.
Indice degli argomenti
Chi era Razan Zaitouneh
La Zaitouneh, prima della sua sparizione, è stata in prima linea contro il regime di Bashar Al-Assad, contro il quale ha messo in campo tutta la sua preparazione in ambito giuridico, facendo delle denunce e dell’associazionismo le sue armi principali.
L’attivismo per i diritti umani in Siria
Razan Zaitouneh, infatti, prima di essere un’attivista era un avvocato e ha ricevuto riconoscimenti internazionali per il lavoro che stava svolgendo in Siria. Tra tutti, spicca il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, assegnatole il 27 Ottobre 2011.
Nel 2001 fonda la Hras, Associazione per i Diritti Umani in Siria e, nel 2005, lo Shril -la Rete Siriana di informazioni per i diritti umani-.
Il rapimento a Damasco
Dopo essersi nascosta, in quanto accusata dal regime siriano di essere una spia a servizio dei governi stranieri, Razan Zaitouneh viene rapita il 9 Dicembre 2013 a Damasco. Da quel momento si perdono le sue tracce. Nessuno ha rivendicato il gesto e ancora oggi non ci sono notizie certe su di lei.
Il pensiero di Razan Zaitouneh sulle reazioni internazionali al regime di Bashar Al-Assad
Quelli che seguono sono gli stralci di un’intervista rilasciata da Razan durante il periodo in cui viveva nascosta. Trovate la parte integrale su rfel.org “RadiofreeEuropeRadioLiberty”.
[…] Davvero è ridicolo che siano passati sette mesi e il Consiglio delle Nazioni Unite non approvi una risoluzione di condanna contro il regime siriano. Penso che ci sia ancora molto da fare da parte della comunità internazionale. […] Il popolo siriano ha bisogno di essere protetto. Allo stesso tempo, diciamo che non vogliamo che questa rivoluzione diventi armata, vogliamo rimanere pacifici. […] Dovrebbe esserci una tabella di marcia in cooperazione tra la comunità internazionale e l’opposizione siriana […] per proteggere il popolo siriano e aiutare a porre fine a questo regime […]
Le parole della famiglia
Quella che segue, invece, è la dichiarazione rilasciata dalla famiglia nell’Aprile 2014, pubblicata su europarl.europa.eu:
Noi, i familiari di Razan Zaitouneh, attivista per i diritti umani, avvocato, scrittrice, e, soprattutto essere umano, rilasciamo la presente dichiarazione a oltre tre mesi dal rapimento premeditato che nessuno ha rivendicato e per il quale non sono emerse dichiarazioni ne richieste, in un chiaro tentativo di guadagnare tempo e soffocare la libertà di parola di nostra figlia e dei suoi colleghi, al fine di costringerli a smettere di scrivere e impedire di esercitare il diritto alla libertà di espressione.
La voce di Razan Zaitouneh
Concludo l’articolo con un video di denuncia, dove Razan Zaitouneh racconta la situazione siriana sotto il regime di Bashar Al-Assad.