
Per la gioia dei piccini ma non solo, Febbraio è uno dei mesi più allegri dell’anno grazie al Carnevale. Le strade si riempiono di carri allegorici, maschere e coriandoli. Ma quali sono davvero le origini del Carnevale e dove nascono le maschere che conosciamo fin da bambini?
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Le origini del Carnevale: l’antica Roma

Nell’ antica Roma il mese di Febbraio era associato alla fine dell’inverno, il periodo in cui la natura tornava a vivere. Per l’occasione venivano organizzati grandi banchetti e feste danzanti in onore di Saturno. Si trattava di un’antica divinità greca poi romanizzata. Secondo la leggenda, infatti, Saturno sarebbe stato scacciato dall’Olimpo da Giove e costretto a rifugiarsi in Italia. Saturno rappresentava per i romani il dio dell’abbondanza e della fertilità, tanto che spesso veniva raffigurato con una falce tra le mani. Durante i festeggiamenti in suo onore i ricchi patrizi festeggiavano assieme ai servi e venivano dimenticate tutte le convenzioni sociali. Le festività romane in onore di Saturno rappresentano la più antica origine del Carnevale.
Le origini del Carnevale: l’epoca cristiana e il Rinascimento
Per trovare un sentimento religioso nel Carnevale si deve fare un salto fino alla diffusione del cristianesimo. A partire dal Medioevo viene coniato il termine come noi oggi lo conosciamo. La parola Carnevale, infatti, deriva dal latino “carnem levare”, ovvero togliere la carne. Il termine fa rimento al grande banchetto del Martedì Grasso prima delle Ceneri. Da questo momento il Carnevale diventa un periodo di festa e allegria prima della purificazione della Quaresima.

Durante il periodo rinascimentale nascono i carri allegorici. Le maschere, soprattutto in alcune regioni italiane, diventano sempre più raffinate. Il Carnevale di Venezia ancora oggi è sicuramente il più famoso in Italia e i costumi sono delle vere e proprie opere d’arte. A partire dal Rinascimento il Carnevale perde gran parte del suo significato religioso, tornando a essere un momento di svago per adulti e bambini.
Tra il 1700 e il 1800, grazie alla Commedia dell’Arte, nascono le maschere tradizionali italiane, che accompagnano tutti noi fin da quando eravamo piccoli.
Le origini del Carnevale: le maschere più famose
Tutte le maschere italiane della Commedia dell’Arte riprendono, in modo più o meno accentuato, i tratti distintivi delle classi sociali dell’epoca. Queste sono le più famose:
- Arlecchino: una delle mie maschere preferite. Secondo la tradizione, Arlecchino era molto povero, tanto da non potersi permettere un costume per il Carnevale. Così i suoi compagni portarono ad Arlecchino tanti pezzetti di stoffa che vennero cuciti fino a diventare un unico abito colorato. Nella Commedia dell’Arte Arlecchino incarna la pigrizia, ma anche l’astuzia e il coraggio.
- Brighella: acerrimo nemico di Arlecchino. Come si intuisce dal nome, Brighella ama attaccar briga con chiunque gli capiti a tiro, stando ben attento, però, a essere molto ossequioso verso la nobiltà. Il costume tipico di Brighella è una divisa detta “livrea”, con inserti bianchi e verdi, simbolo di fedeltà al suo padrone.
- Colombina: una bella servetta bugiarda e vanitosa. Ama farsi rispettare e combina tanti guai pur di mantenersi leale alla sua padrona. I colori tradizionali del suo abito sono il blu della gonna e il rosso delle calze. Colombina è l’unica maschera femminile della Commedia dell’Arte italiana.
- Pantalone: il nome è tutto un programma. Pantalone è il peggior avaro che si possa immaginare. Commerciante di professione, crede di essere un personaggio molto autoritario. La maschera tradizionale si compone di una camicia, una calzamaglia e un mantello rosso.
- Pierrot. Ora entriamo in una disputa controversa. Secondo i più, Pierrot sarebbe infatti una maschera francese. Secondo altri, invece, si tratterebbe di un personaggio teatrale nato in Italia nel 1500 circa. La maschera rappresenta l’innamorato respinto. Il nome antico sarebbe Petrolino, poi trasformato nel francese Pierrot soltanto in un secondo momento. Di solito Pierrot non è considerato una tipica maschera italiana e dubito che sapremo con certezza la sua vera origine. Io comunque l’ho inserito nella lista in quanto è forse la mia maschera preferita. 🙂

- Pulcinella: ora ci addentriamo nell’Italia più profonda, precisamente a Napoli. Conosciuta in tutta Europa, questa maschera ha origini napoletane d.o.c ed era una della più rappresentate in teatro. L’abito tradizionale si compone di camicia, pantaloni e cappello appuntito, tutto di colore bianco, con una maschera nera sul viso. Pulcinella incarna ed esaspera tutti i difetti dell’antica borghesia napoletana, dall’avarizia all’insolenza. La sua caratteristica più famosa è l’incapacità di mantenere i segreti -conoscete il detto “il segreto di Pulcinella”?- .
Riscoprire le origini del Carnevale per tornare alle nostre radici
Oggi il Carnevale ha totalmente perso il suo significato religioso e molte della maschere tradizionali sono state sostituite dai personaggi dei moderni cartoni animati. Eppure è sempre bello immergersi nella tradizione del nostro Paese e prendersi il tempo per riscoprire la vera origine del Carnevale. Anzi, sarebbe bello che nelle scuole si tornasse a raccontare di queste tradizioni, in quanto rappresentano la nostra storia e il nostro modo di essere. Potrebbe essere un modo simpatico per tornare alle nostre radici avvicinando i bambini al teatro tradizionale italiano. Sicuramente molto meglio che trascorrere i pomeriggi davanti alla tv. Ma questa è un’altra storia.