
Il libro di Kells è uno dei tesori più importanti di tutta l’Irlanda.
Io ho avuto la fortuna di poterlo ammirare quando vivevo a Dublino, ma è un oggetto tanto fragile da non poter essere fotografato. Per questo proverò a raccontarvi la sua storia usando solo la forza delle parole. Le immagini contenute in questo post, infatti, sono evocative e ho deciso di inserirle per dare un’idea, ma non riguardano ciò di cui vi parlerò.
Partiamo dall’inizio.
Indice degli argomenti
Cos’è il libro di Kells

Leabhar Cheanannais in gaelico, il libro di Kells è una raccolta dei 4 Vangeli cristiani.
L’opera fu realizzata molti secoli fa, nell’800 d.C, prima dell’avvento della stampa, grazie al lavoro magistrale dei monaci emanuensi.
Gli Emanuensi, nel raccoglimento dei loro monasteri, si occupavano di trascrivere su pergamena le testimonianze più importanti del mondo classico. Quindi dobbiamo a loro gran parte della nostra conoscenza, perché in molti casi gli scritti originari sono andati perduti.
Il codice di Kells
Spesso si usa la parola codice per riferirsi al libro. Ecco perché.
- Alcune pagine sono scritte con una calligrafia fittissima, tanto che risulta difficile leggerne il contenuto.
- Le pergamene che compongono l’opera contengono delle bellissime illustrazioni che spesso vanno interpretate. A questo proposito esistono anche alcuni racconti popolari.
Il folclore irlandese ne riporta almeno due.
- Secondo alcune leggende, il libro non avrebbe origine umana, ma, trasportato dagli angeli, sarebbe arrivato direttamente dal Paradiso.
- Esiste poi un’altra interpretazione, secondo cui le decorazioni contenute nell’opera nasconderebbero il segreto per comprendere l’origine della musica celtica.
Secondo me, l’ultima è una delle leggende più interessanti. Scoprire un segreto, infatti, richiede un lavoro di analisi da parte di chi va a vedere il libro. Un lavoro il cui premio è la conoscenza di antichi misteri che, nonostante il messaggio cristiano, si intrecciano alla mitologia celtica.
La storia
Il libro di Kells ha una storia incerta.
Si presume che sia stato realizzato a Iona, in Scozia. Tuttavia sarebbe arrivato in Irlanda trasportato dai monaci del Nord, che tentavano di fuggire dai feroci attacchi vichinghi.
Sappiamo con certezza che deve il suo nome all’omonimo monastero irlandese di Kells, dove fu conservato fino al 1654, anno in cui arrivò a Dublino.
In seguito, più precisamente nel 1661, Henry Jones, il futuro vescovo della città di Meath, portò il libro di Kells al Trinity College, dove è conservato tutt’ora.
I contenuti

Come dicevo prima, questo libro contiene le trascrizioni dei Vangeli. Sicuramente in passato è risultato fondamentale per il messaggio di evangelizzazione, perché deve aver contribuito largamente a rafforzare la figura di Gesù in un mondo ancora legato al paganesimo.
Oggi il valore dei contenuti è nella perizia con cui gli Emanuensi copiarono i testi, attingendo direttamente dalle trascrizioni classiche.
Oltre ai Vangeli, il manoscritto comprende altre due parti: gli Argumenta e le Breves Causae.
I primi sono i racconti che ruotano attorno alla vita degli evangelisti, mentre le Breves Causae includono le traduzioni della Vetus Latina, ovvero la vecchia versione della Bibbia in latino prima della Vulgata. Quest’ultima è la traduzione aggiornata, sempre in latino, realizzata da Eusebio De Girolamo, conosciuto nel mondo cristiano semplicemente come San Girolamo.
Anche se riprendono alcune parti della Vetus Latina, i Vangeli sono scritti secondo la versione della Vulgata. Tutto questo ha contribuito a dare una testimonianza fondamentale della lingua latina, che rischiava di scomparire senza lasciare traccia -o quasi- con la diffusione del Volgare.

Insomma, i motivi che ho elencato sarebbero già sufficienti per preservare il libro di Kells, ma non vi ho ancora parlato della parte forse più preziosa: le decorazioni.
Lo faccio nel paragrafo successivo.
Le illustrazioni
Una leggenda vuole che le tonalità usate nelle miniature sarebbero una trasposizione dei colori del Paradiso. Certo, è difficile descriverne l’intensità, ma questo rende bene l’idea del valore di ogni singola decorazione.
Le illustrazioni si distribuiscono su tutte le pergamene. Alcune sono minuscoli motivi geometrici in stile celtico che accompagnano le parole, altre invece sono più grandi e ricoprono l’intera pagina.
Accanto ai simboli associati agli evangelisti – l’angelo per Matteo, il leone per Marco, il bove per Luca e l’aquila per Giovanni- ci sono due illustrazioni molto famose: la miniatura della Vergine Maria e il monogramma di Cristo.
Quest’ultimo merita un discorso a parte perché ha una simbologia molto importante. Occupa una pagina intera e riporta la scritta “Chi Rho“, ovvero l’abbreviazione del nome di Gesù Cristo in lingua greca. In pratica si possono osservare, in maiuscolo, le lettere dell’alfabeto greco X e P sovrapposte tra loro. Ai lati, in minuscolo, compaiono anche le lettere Alfa e Omega. Questo è un chiaro riferimento all’Apocalisse di Giovanni, nel punto in cui si riportano le parole di Gesù:
Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine.
Il monogramma di Cristo è un’illustrazione molto controversa. Infatti, il simbolo con le due lettere contrapposte non era conosciuto ai primi cristiani dell’antica Palestina. In Occidente fu usato soltanto dopo l’Editto di Milano, quando l’imperatore Costantino permise il culto della religione cristiana. Per questo, il simbolo non si usa in tutte le comunità: i protestanti ad esempio non lo hanno mai approvato perché lo ritengono un elemento troppo legato alle tradizioni pagane.

Informazioni pratiche per vedere il libro di Kells
Purtroppo, il libro oggi risulta incompleto perché mancano all’appello alcuni fogli.
Quando si dice “libro” si intende tutto il manoscritto, ma in realtà sarebbe più appropriato parlare di libri. Nel corso del tempo, infatti, l’opera è stata rilegata più volte e oggi risulta suddivisa in 4 libri diversi.
All’interno del Trinity College è possibile vederne soltanto due, che di tanto in tanto vengono sfogliati passando alla pagina successiva -quindi potrete vedere soltanto due pagine, ma vi assicuro che ne vale la pena-. Gli altri due sono oggetto di studio riservati agli storici. Il libro di Kells è conservato nella Long Room, una sala della Old Library.

Le visite includono l’audioguida con le spiegazioni dettagliate della storia del libro e delle illustrazioni.
Se vi trovate a Dublino, vi consiglio di fare un salto al Trinity College e soffermarvi qualche minuto a dare un’occhiata. Mentre ascoltavo la storia con le cuffiette nelle orecchie, riuscivo quasi a immaginare il silenzio di un antico monastero, mentre un monaco, a lume di candela, trascriveva a mano il Vangelo. Dobbiamo davvero ringraziare gli Emanuensi, perché, senza il loro lavoro, probabilmente il panorama attuale della letteratura classica non sarebbe tanto ricco come noi lo conosciamo.
Vi lascio il link di riferimento al sito del Trinity College, dove, tra l’altro, potete fare un breve tour virtuale della Old Library, la stanza che custodisce questo tesoro che ha contribuito a fornire una testimonianza fondamentale della vita di Gesù: https://www.tcd.ie/visitors/book-of-kells/
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