
Oggi voglio parlarvi di un luogo davvero suggestivo che ho avuto il piacere di visitare Domenica scorsa, le Grotte di Collepardo e il Pozzo d’Antullo, in provincia di Frosinone.
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Grotte di Collepardo e Pozzo d’Antullo: dove si trovano
Siamo nel paesino di Collepardo, nel cuore dei Monti Ernici, più precisamente sul loro versante meridionale.
In questa cornice, che sembra uscita da un film degli anni ’50, sorgono le Grotte di Collepardo, una formazione di origine calcarea unica nel suo genere.
Vi racconto tutto nei prossimi paragrafi. Alla fine dell’articolo, troverete qualche informazione pratica per la visita.
Grotte di Collepardo: cosa le differenzia
Queste grotte hanno un’origine antichissima.
Goccia dopo goccia, l’acqua ha modificato la roccia dando vita a stalattiti e stalagmiti che arrivano direttamente dalla Preistoria. Le Grotte di Collepardo non sono molto grandi, ma ci sono due caratteristiche che le rendono davvero uniche.
La prima, è la conformazione. Non sono certo un’esperta di geologia, ma, a detta della guida, rappresentano un caso unico in Italia perché sono le uniche grotte in posizione ascendente. A differenza delle altre conformazioni che si sviluppano sotto terra, infatti, in questo caso, dopo alcuni gradini, anziché scendere si sale. Quindi vi troverete nel cuore della roccia ma in posizione sopraelevata rispetto all’esterno.
La seconda caratteristica è l’apertura molto grande che lascia entrare la luce naturale all’interno. Tutta la prima parte è dunque illuminata dal sole, che conferisce alle varie formazioni rocciose un colore diverso in base alle ore della giornata.

Il ruolo dei pipistrelli
Come dicevo qualche riga fa, l’eccezionalità di queste grotte non è data dalle dimensioni, infatti si compongono soltanto di due sale.
La prima, la Sala dei Pipistrelli, non è visitabile perché si trova completamente al buio. Al suo interno vive una colonia di pipistrelli che non può essere disturbata.
Il pipistrello, infatti, pur non avendo vita facile accanto agli esseri umani, svolge una funzione importantissima, contribuendo al rispetto dell’ecosistema. Si nutre di insetti e se la sua presenza venisse a mancare, si creerebbe una sproporzione tale da modificare la flora e la fauna dell’intera zona.
In questa colonia vivono circa duemila esemplari. Si calcola che ogni singolo pipistrello divori una media di circa 1000 zanzare in un lasso di tempo molto breve, spostandosi fino a 100 chilometri dalla colonia per procurarsi il cibo.
La sua importanza, dunque, è tale da essere considerata una specie protetta dall’Unione Europea, anche perché il numero degli esemplari si sta progressivamente riducendo di pari passo alla cementificazione selvaggia nelle aree urbane.
La Sala Grande

L’altra sala, quella visitabile, si compone di diversi ambienti, tra cui:
- il Grande Palco
- la Foresta Pietrificata
- il Trono della Regina
Quest’ultima formazione deve il suo nome non solo all’aspetto -in effetti sembra davvero un trono- ma anche a un racconto popolare, secondo cui la regina Margherita di Savoia si sarebbe seduta proprio in questo punto in occasione della sua visita alle grotte nel 1904.
Il progetto di conservazione e riqualificazione
Questo luogo si inserisce nel progetto “Nuova luce alle Grotte”.
Di cosa si tratta esattamente?
La guida è stata molto brava a raccontare tutta la storia, e io cercherò di spiegarlo in modo più semplice possibile.
In sostanza, la Sala Grande è in parte illuminata dalla luce naturale. Nel corso del tempo si scoprì che l’uso assiduo della luce artificiale, combinata a quella del sole e al calore termico prodotto dalla presenza dei visitatori, aumentava la temperatura all’interno della grotta, modificandone il tasso di umidità. Questo provocava la crescita innaturale di muschi e felci, mettendo in pericolo l’ecosistema delle grotte. Quindi si decise di intervenire, chiudendo le luci artificiali permanentemente accese.

Oggi l’interno della grotta si trova completamente al buio e la luce artificiale viene accesa dalla guida solo il tempo necessario per permettere ai turisti di visitare la Sala Grande.
Il nuovo progetto di illuminazione restituisce la giusta luce allo spettacolo naturale del sito, aiutando la comprensione e la conoscenza delle risorse naturali e, nello stesso tempo, proteggendo la biodiversità. Il progetto è della pluripremiata lighting designer Chiara Carucci di OkiDoki Architects e le tappe del percorso di visita sono scandite dalla voce di Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva. Infine, due audioguide -una per adulti e l’altra per bambini- aiutano a scoprire il patrimonio di biodiversità e di testimonianze archeologiche delle Grotte di Collepardo.
Proprio per evitare il danneggiamento delle formazioni rocciose, è vietato usare il flash, questo è il motivo per cui le foto che vedete sono tutte molto scure.
Le Grotte di Collepardo nell’Età del Bronzo
Le Grotte di Collepardo, inoltre, sono oggetto di studio anche da parte degli archeologi. Nel corso del tempo, infatti, sono stati rinvenuti i resti di diversi corpi, tutti datati in piena Età del Bronzo, dunque circa 3500 anni fa.
Le ossa affiorate si trovavano adagiate a terra ed è molto probabile che le grotte venissero usate come cimitero, benché a quell’epoca non ci fosse ancora un vero e proprio culto relativo alla sepoltura. Alla base di questa pratica quindi non c’erano motivi religiosi, bensì l’esigenza di proteggere i corpi dai predatori.
In passato si ipotizzava che le comunità presenti in zona abitassero le Grotte di Collepardo, ma oggi questa scuola di pensiero è superata. In primo luogo perché si tratta di un ambiente troppo umido per fornire un riparo accogliente dalle intemperie. Inoltre è ormai certo che nell’Età del Bronzo l’uomo avesse già abbandonato le grotte, concentrando gli insediamenti a ridosso dei fiumi.
Il Pozzo d’Antullo: storia e caratteristiche

Ora vi parlo invece del Pozzo d’Antullo, situato a un paio di chilometri dalle Grotte di Collepardo.
Anche in questo caso, si tratta di qualcosa di unico nel suo genere. Una vera e propria voragine alta circa 60 metri e larga 300, nata a seguito dello sprofondamento di una grotta. La voragine, dunque, ha la stessa origine calcarea delle Grotte di Collepardo, a cui si pensa sia collegata, vista l’estrema vicinanza tra i due siti.
Al suo interno, si possono ammirare formazioni bellissime che oggi sono prerogativa degli uccelli. Un ambiente in cui, davvero, mancano solo i dinosauri, che da queste parti è molto facile immaginare. Una sorta di ritorno alla Preistoria, che piacerebbe a Steven Spielberg perché, credetemi, io ho subito pensato a Jurassik Park.
All’interno della parete rocciosa ci sono diversi cunicoli, talmente intricati che fin ora neppure gli speleologi più esperti sono riusciti a esplorare.
Il Pozzo d”Antullo è visitabile dall’alto, girando attorno alla sua apertura, dopo aver attraversato un bellissimo boschetto che ospita una graziosa area pic-nic.
Eccola:

Grotte di Collepardo e Pozzo d’Antullo: info utili
Come vi avevo promesso all’inizio, adesso passiamo alle informazioni pratiche.
Le Grotte di Collepardo sono aperte tutti i giorni dalle 9 alle 19, a partire dalla Primavera fino al 31 Ottobre. Mediamente, si svolge un tour guidato ogni ora e l’ultimo ingresso è previsto alle 17,30.
Il prezzo del biglietto è di 7 euro a persona e include anche il giro al Pozzo d’Antullo, che altrimenti da solo costa 2 euro.
Per visitare le Grotte vi consiglio di portare con voi una giacca -l’escursione termica rispetto all’esterno è di circa 12 gradi- e di indossare scarpe comode. All’interno non ci sono passerelle, ma solo scalinate, dunque in caso di bimbi piccoli munitevi di un marsupio porta bimbi.
La mia opinione
In zona ci sono pochissimi ristoranti e, credo, solo un bar, che però si trova in cima al minuscolo paese di Collepardo, quindi non troverete nessun punto di ristoro nei pressi dei siti di cui vi ho parlato.
Dal mio punto di vista, questo luogo ha un grande potenziale ed è uno dei più interessanti da visitare in provincia di Frosinone. Però è poco pubblicizzato e poco attrezzato per i visitatori. Punti di ristoro a parte, personalmente ho notato anche una carenza nella segnaletica per raggiungere le grotte.
Tuttavia, organizzandosi in anticipo, magari con caffè e panini nel caso non vogliate pranzare al ristorante, è un’ottima meta, ideale per adulti e bambini, per scoprire le bellezze del frusinate in una giornata all’insegna della storia e dell’aria aperta.