
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle storie dei martiri della Rivoluzione Siriana.
Oggi vi parlo di Ghyat Matar, il ragazzo che offriva un fiore in segno di pace ai soldati di Bashar Al-Assad.
Benché la sua storia abbia avuto una rilevanza internazionale, probabilmente la stessa dell’omicidio di Hamza Al-Katheb, in Italia, a eccezione di chi si occupa della Siria, è ancora poco conosciuta.
In rete non ho trovato molte informazioni su di lui, eccetto qualche foto e i pochi, brevi accenni alla sua vita. Per questo, ho pensato di integrare nell’articolo tutte le fonti ufficiali che sono riuscita a trovare al riguardo.
Le trovate in fondo alla pagina.
Ghyat Matar, il pacifista siriano conosciuto come Little Gandhi
Ghyat Matar, all’epoca dei fatti appena ventiseienne, è un ragazzo in attesa di diventare padre. Quando scoppiano le proteste in tutto il Paese, decide di rispondere al regime a modo suo, usando la potente arma del pacifismo.
Lo fa offrendo ai soldati di Bashar Al-Assad fiori e bottiglie d’acqua, nella speranza di toccargli il cuore e risvegliare le loro coscienze. Perché lui non credeva possibile che un siriano potesse sparare su un altro fratello siriano.
Viene sequestrato il 6 Giugno 2011 a Daraya, nei pressi di Damasco. Il suo corpo è restituito alla famiglia 4 giorni dopo, con addosso i segni delle torture più atroci.
Le dichiarazioni internazionali sul suo assassinio
Diplomatic.gouvr.fr, Ministero francese dell’Europa e degli Affari Esteri, “Siria, Morte sotto tortura del membro dell’opposizione Ghyat Matar”, 12/09/2011:
[…] La Francia condanna l’orribile omicidio del giovane […] Ghyat Matar, arrestato il 6 Settembre dalle forze di sicurezza siriane […] Morì a causa delle torture inflittegli. I siriani, che chiedono rispetto per la loro dignità e libertà, sono sottoposti […] a una sanguinosa repressione che riflette il rifiuto del regime di intraprendere una transizione democratica. La Francia è più che mai al fianco del popolo siriano. […] La Francia continua a sollecitare le autorità siriane a porre fine alle violenze e a rilasciare tutti i prigionieri politici.[…] Le atrocità commesse ogni giorno dal regime di Damasco contro il suo stesso popolo sono inaccettabili. […] Nella 18° sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite […] l’Alto Commissario delle Nazioni Unite […] Navi Pillay, ha indicato il bilancio delle vittime a seguito della repressione arrivato ad almeno 2600 […]
Da notare che tale numero, sottostimato, si riferisce al 2011 e da allora sono passati oltre dieci anni.
Avrupa.info.tr, Bruxelles, 12 Settembre 2011, Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri:
L’Unione Europea condanna con la massima fermezza l’assassinio dell’attivista per i diritti umani Ghyat Matar arrestato dalle forze di sicurezza siriane. […] l’ennesimo segno della brutalità con cui il regime risponde alle aspirazioni del popolo siriano
Inevitabile chiedersi, a distanza di undici anni da queste dichiarazioni, dove sia finito tutto questo sdegno.
Quando e dove abbiamo smarrito la strada, lasciando i siriani al loro destino?
Il ricordo di Ghyat Matar
In rete ho trovato delle bellissime parole che verrebbero attribuite proprio a Ghyat Matar. Non sono riuscita a verificarlo con esattezza, ma amo credere che questa fosse davvero la sua speranza, certo che avrebbe, prima o poi, dato la vita per la sua Siria:
Ricordati di me, quando celebri la caduta del regime e…ricorda che ho dato la mia anima e il mio sangue per quel momento. Possa Dio guidarti sulla strada della lotta pacifica e concederti la vittoria.
Ghyat Matar
Nel 2017 esce, “Little Gandhi”, il film-documentario che racconta la sua storia.
Quello che vedete è il trailer ufficiale, in arabo ma sottotitolato in inglese.
In ricordo di Ghyat Matar, e di tutti quelli che, come lui, hanno perso la vita per difendere la libertà.