
Se vi state chiedendo cosa vedere in Albania, probabilmente siete tipi da andare oltre gli stereotipi più gettonati. Ne ho parlato in questo articolo Viaggio in Albania del Nord: il racconto di un Paese incantato, dove racconto la prima parte del mio viaggio in questo magnifico Paese.
Questa che segue è la seconda parte del mio viaggio, relativa al Sud dell’Albania.
Anche qui ho scelto di riportare fedelmente il mio diario di viaggio per due motivi: essere il più obiettiva possibile e raccontare dell’Albania con le stesse emozioni che ho provato io.
Indice degli argomenti
Cosa visitare in Albania del Sud
In questo viaggio in Albania, Tirane è stata il punto di partenza. Dopo aver visitato la parte Nord del Paese, ci siamo diretti a Sud.
Ecco le tappe principali:
- Berat
- Vlore
- Gjirokastër
- Sarande
- Butrint
- Ksamil
Cosa vedere in Albania del Sud: diario di viaggio nel Paese delle Aquile
17 Agosto: Berat, patrimonio Unesco in terra albanese

Non ho avuto nemmeno il tempo di lasciarmi alle spalle l’austerità dei borghi medioevali del Nord che Berat mi ha conquistata subito. Ha un’origine molto antica e basta uno sguardo per capire perché l’Unesco abbia dichiarato questa cittadina patrimonio dell’umanità.
Berat è conosciuta come la città dalle finestre sovrapposte. Questo nome si deve alla sua particolare architettura. Tutti gli edifici hanno due piani e quello rialzato è costruito in modo da sporgere in avanti rispetto al piano terra. In questo modo le finestre delle case sembrano tutte attaccate, come se si trattasse di un’unica, grande costruzione.
Dove Islam e Cristianesimo coesistono in pace
Berat è attraversata dal fiume Osum, sulle cui sponde sorgono i quarteri principali della città.
Gorica è il quartiere cristiano, mentre la parte musulmana si chiama Mangalemi. Questa divisione però è solo architettonica perché moschee e chiese sono disseminate in qualunque parte della città, a pochi passi le une dalle altre.
Ancora una volta, i musulmani e i cristiani in Albania dimostrano che è possibile vivere in pace. Magari questo modello di coesistenza fosse replicato in altre parti del Mondo!
Il centro di Berat è un dedalo di locali e ristoranti tipici. La sera, le strade si animano di giovani che passeggiano lungo il viale principale della città, mentre i muezzin ricordano gli orari delle preghiere.
Il castello di Berat

Il castello di Berat si trova in cima alla collina del quartiere musulmano, con una vista privilegiata della città.
Più che di un castello, in realtà si tratta di una fortezza con una lunga storia alle spalle e gli interni, stupefacenti, raccontano le dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli. L’interno è talmente grande da ospitare diverse moschee e chiese ortodosse.
La cosa più interessante, però, è che alcune persone, continuano a vivere tutt’ora nella fortezza. Cerco di immaginare la vita quotidiana di questa gente e mi sembra davvero di fare un tuffo nel passato.
Mohamed
Ieri pomeriggio ci siamo persi passeggiando per la città. Un ragazzo ci ha invitati a bere il tè nel suo locale a Mangalemi.
Si chiama Mohamed e ha origini turche. Penso che avrei potuto immaginarlo senza che lui ce l’avesse detto.
I tappeti orientali attutivano il rumore dei nostri passi e creavano un bel contrasto con le poltrone basse, di pelle scura. Dalla cucina arrivava un forte odore di menta.
Tra un narghilè e l’altro, Mohamed ci ha raccontato di aver studiato in Italia e di essere poi tornato a Berat per gestire con suo padre il locale di famiglia. Ha un bel ricordo del nostro Paese ed è molto felice di incontrare degli italiani nella sua città.
“La pace sia con voi”, così ci ha salutati quando siamo andati via, con un tipico accento romagnolo e un sorriso gentile.
21 Agosto: Vlore, una città tra storia e mare

Quando mi chiedevo cosa visitare in Albania, prima di partire, non avrei immaginato di provare emozioni così intense.
Sono a Vlore, una delle città simbolo dell’Albania, conosciuta soprattutto come una località turistica.
La spiaggia più bella che ho visto in città si chiama Uji i Ftohte. Praticamente è quasi tutta rocciosa e, al largo della costa, riaffiorano in superficie le sue sorgenti sotterranee. Ce ne sono circa 40 e danno il nome alla spiaggia – che in italiano significa “sorgenti di acqua fresca”-.
Però non voglio parlare delle spiagge o dei monumenti. Se un giorno mi dimenticassi di quello che ho visto, troverei queste cose su qualsiasi guida turistica.
Un ponte verso l’Italia
Io voglio raccontare dell’altra faccia della città. Vlore è la parte albanese più vicina all’Italia e in linea d’aria si trova proprio di fronte al Golfo di Otranto. Per questo, durante gli anni ’90 era il punto di partenza degli albanesi che venivano in Italia in cerca di un futuro migliore.
Allora io voglio ricordarmi di Ada, che tutti i giorni getta un fiore in mare, in memoria di suo figlio perduto in una maledetta notte d’inverno.
Voglio ricordarmi di Edis, che passeggia sul bagnasciuga pensando ai suoi figli che vivono in Italia e tornano a casa una volta all’anno, durante le ferie di Agosto.
Voglio ricordarmi anche di Sara e Jemira, le due sorelline in attesa dello zio che vive dall’altra parte del mare.
Perché Vlore è questo. Un’incredibile numero di storie fatte di addii e arrivederci. Di chi se n’è andato per non tornare più e di chi, invece, ce l’ha fatta a trovare il futuro che sognava.
Molte di queste storie non le conosceremo mai. Eppure hanno segnato profondamente il tessuto sociale di Vlore e dell’intera Albania. Eccola, l’altra faccia delle migrazioni.
23 Agosto: Gjirokaster, dove il tempo si è fermato

Oggi scrivo da Gjirokaster, il luogo che, durante gli anni della cortina di ferro, divenne famoso per essere la città natale di Enver Hoxha.
Gjirokaster ha origini elleniche, infatti il suo nome in greco antico significa castello argentato. Anche questa zona è protetta dall’Unesco.
Dicono che il castello della città sia il più grande di tutta l’Albania e ne ha plasmato la storia. L’evento più importante è la conquista ottomana del 1417. A partire da questo periodo furono realizzate anche le case circostanti, nel tipico stile ottomano, con i piani alti degli edifici molto sporgenti.
Tutte le case qui hanno il tetto spiovente e la pietra utilizzata ovunque rende tutto argentato, come in un perenne chiaro di luna.
Il castello fu ampliato da Alì Pascià nel 1811 e oggi è un elemento chiave per l’economia della città e lo sviluppo turistico di tutta la regione.
Mi piace Gjirokaster e vorrei passare più tempo alla scoperta dei suoi vicoli, ma domani ci sposteremo ancora più a Sud, alla volta di Sarande.
26 Agosto: Sarande, a cavallo tra mare e movida

Credo che Sarande sia la città più amata dai turisti grazie alla presenza del mare.
Siamo di fronte all’isola greca di Corfù e ogni giorno c’è un adirivieni pazzesco di gente. I bar, i locali notturni e i ristoranti sono il finale perfetto di una giornata in riva al mare.
Acque cristalline lambiscono chilometri di spiagge bianchissime. Queste, assieme alle case, danno a Sarande il nome di città bianca. A me ricorda proprio il Gargano, mi sembra quasi di trovarmi a Vieste, o a Peschici, ma in un ambiente più internazionale.
Sarande è perfetta per visitare diversi luoghi, tutti situati nel Sud dell’Albania.
Ci fermeremo ancora a Burtint e poi visiteremo Ksamil.
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Butrint, la perla dell’Albania del Sud

La storia di Butrint si perde nei millenni e, secondo Virgilio, avrebbe origini troiane.
Le notizie si confondono tra storia e leggenda, però è certo che questa città era considerata un punto strategico. Nel corso dei secoli si sono susseguite le dominazioni greche, romane e ottomane. Butrint è diventata ufficialmente albanese solo nel 1912.
Oggi la città è un grandioso sito archeologico, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Ogni angolo del sito racconta un pezzo delle dominazioni subite dalla città e tutto si è conservato straordinariamente bene. Il percorso si snoda attraverso una storia lunga 2000 anni. Dalle terme al teatro, fino al battistero e al palazzo delle absidi.
Non avrei mai pensato che in un Paese piccolo come questo ci fossero tanti siti Unesco. Certamente Butrint è una delle cose principali da vedere in Albania.
Ksamil, dove le isole giocano con il mare

Ksamil è un piccolo arcipelago di isole interrotto da lembi di sabbia sottili, popolato dai delfini. Questo posto è ancora incontaminato e spero possa restarlo a lungo.
Nonostante il periodo, non abbiamo incontrato quasi nessun turista perché è un luogo conosciuto principalmente solo dagli albanesi.
A Ksamil non ci sono ancora grandi alberghi, ma solo camere e ostelli a gestione familiare. Il turismo di massa è ancora sconosciuto e i residenti vivono di un’economia locale pulita, sana e amica dell’ambiente.
Qui prevale una vita semplice, dove il lavoro è visto come parte integrante dell’esistenza, un mezzo di sostentamento che permette di andare avanti dignitosamente, senza arricchirsi.
I visitatori che arrivano non sono visti come polli da spennare, anzi, spesso con gli albergatori locali si creano rapporti disinteressati, improntati al dialogo e alla conoscenza reciproca. Questo è il modello di turismo che mi piace, noi non siamo i padroni del Mondo e dobbiamo prendercene cura.
Ksamil è un ambiente dove uomo e mare si incontrano e il primo dipende dall’altro. Quando i turisti cominceranno ad arrivare in massa -perchè arriveranno- questi valori verranno sostituiti dalla logica del profitto, rischiando di sciupare questo prezioso ecosistema.
Il governo albanese dovrà tenerne conto per forza, evitando di desertificare il territorio costruendo palazzi ovunque, anche sulle spiagge, come spesso è accaduto in Italia.
1 Settembre: arrivederci Albania
Oggi è l’ultimo giorno prima del rientro. Questo viaggio ha superato le mie aspettative. Non solo per tutte le cose da vedere qui in Albania.
Certo, mi resteranno nel cuore i paesaggi senza tempo e le calette a picco sul mare. Ma soprattutto mi ricorderò del cuore grande degli albanesi, un popolo tanto vicino a noi ma di cui conosciamo davvero poco.
Ci siamo mai davvero soffermati a chiederci il perché di tanti pregiudizi? Da dove arriva il sentire comune di un pericolo che io non ho visto?
La verità è che le cose non sono mai bianche o nere. L’Albania è certamente una terra di contrasti.
Dove non c’è più povertà assoluta, ma non c’è ancora benessere ovunque. Non c’è più isolamento, ma nemmeno conoscenza reciproca.
Giornali e tv non possono narrare questa realtà, perché spesso si fermano solo alla superficie delle cose. Invece è necessario avere il tempo di porsi le domande e cercare delle risposte, senza la pretesa di avere in tasca la verità.
Forse, un giorno troverò il modo di raccontare il mio viaggio a un gran numero di persone. Intanto sono certa di una cosa. Questo non è un addio, ma solo un arrivederci. Per adesso, arrivederci Albania.
Vi lascio il link del mio articolo dove troverete tantissime dritte utili a organizzare la vostra prima vacanza in Albania: Come organizzare un viaggio in Albania