
Oggi voglio parlarvi di cosa vedere a Guadagnolo, un luogo che io conosco bene.
Come altri posti di cui vi racconto, questo piccolissimo borgo di montagna si trova in provincia di Roma, a qualche manciata di chilometri da casa mia e lo frequento abitualmente sin da quando ho memoria.
Amo tornarci ogni volta che ho voglia di staccare la spina per qualche ora, così domenica, senza pensarci troppo, siamo saliti in macchina carichi di panini e un paio di birre fresche.
Vi dico tutto nei prossimi paragrafi.
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Guadagnolo tra storia e racconti locali
Guadagnolo è un minuscolo centro abitato che prende il nome da Monte Guadagnolo, lo sperone calcareo su cui sorge e regala un panorama incantevole.
Il borgo infatti si trova a 1218 metri sul livello del mare. Mare che si può vedere distintamente dalla sua cima quando le giornate sono abbastanza limpide.
Parte del titolo di questo post è tra virgolette perché contiene un’imprecisione. Secondo gli archivi locali, infatti, Guadagnolo è il centro non comunale abitato più alto della regione. I documenti specificano questo dato in quanto Guadagnolo non è un comune a sé, bensì la frazione di Capranica Prenestina, da cui è preceduto di qualche chilometro sul fianco della montagna.
Tuttavia, qui siamo cresciuti pensando a Guadagnolo come il borgo abitato più alto del Lazio perché i nostri nonni e bis-nonni lo ripetevano continuamente pure con un certo orgoglio. Quindi per noi resta il paesino più alto della regione, a dispetto degli archivi e delle sottigliezze linguistiche, perché così vuole la cultura popolare.
Di Guadagnolo sappiamo anche che è un centro molto antico. Infatti nacque durante il periodo delle invasioni barbariche, quando alcune famiglie locali cercarono rifugio in montagna nel tentativo di salvarsi dalle incursioni straniere.
Il nome, invece, richiama si a Monte Guadagnolo, ma ha un’origine molto incerta. Ricordo di aver letto da qualche parte che, sulla strada che conduceva al centro abitato, una volta c’era una piccola osteria. I proprietari offrivano riparo agli animali da trasporto e i loro padroni erano ben felici di scaldarsi davanti a una zuppa fumante e a un buon bicchiere di vino rosso. I pericoli, però, erano sempre in agguato, per questo in inverno difficilmente qualcuno si avventurava su una strada tanto insidiosa. Il guadagno del povero oste era così esiguo che lui stesso lo definiva un “guadagnolo”, vezzeggiativo che poi avrebbe dato il nome al borgo che oggi conta circa 56 abitanti.
Anche mio nonno raccontava spesso questa storia, quindi, sinceramente, non so dire se abbia un fondo di verità o sia nata da una leggenda popolare.
Cosa vedere a Guadagnolo
Come avrete intuito dal numero dei suoi abitanti, Guadagnolo è un borgo minuscolo, per questo non ci sono chissà quali attrazioni da vedere, però è perfetto per trascorrere qualche ora all’aria aperta.
Anche perché le dimensioni non intaccano il suo fascino, che sta proprio nella semplicità.
L’attività della Proloco: storia di un grande amore per le origini
Il punto di arrivo di Guadagnolo è anche il suo centro in Piazza Dante Alighieri, dove spiccano le aiuole fiorite e l’edificio in mattoni, sede della Proloco.
Questa associazione riveste un ruolo fondamentale per la comunità. In inverno, infatti, Guadagnolo è quasi disabitato perché molte famiglie hanno scelto di spostarsi verso Roma per essere più vicine ai luoghi di lavoro. In estate però le seconde case tornano a vivere e gli abitanti lavorano attivamente per promuovere il borgo.
Quasi ogni sera si svolgono feste all’aperto animate da balli in piazza e musica popolare, mentre, la domenica, i mercatini sono una vera e propria tradizione.

Il monumento ai caduti
Il cuore pulsante di Guadagnolo è il breve tratto di strada pedonale – circa 50 metri- che prende il nome di Via del Salvatore.
Questa piccola passeggiata conduce direttamente al Monumento ai Caduti, un angolo erboso circondato da panchine di marmo e aiuole fiorite.

Da questo punto è possibile osservare la tortuosa strada che conduce al paese, una vista che regala un’immagine molto bucolica di Guadagnolo, dove prevalgono i campi e le balle di fieno destinate agli animali durante l’inverno.
Il Monumento ai Caduti è un punto di ritrovo per i numerosi motociclisti che, la domenica mattina, arrivano dalla capitale per mangiare un panino al fresco e trascorrere qualche ora in montagna.
Anche noi abbiamo fatto sosta qui, soprattutto per far mangiare la nostra piccola e tenerla all’ombra durante le ore più calde della giornata.
Si è divertita un mondo a osservare i fiori e fare i primi passetti sull’erba ancora fresca di rugiada.
Per scelta, io non metto on-line immagini di mia figlia, ma il marito mi ha scattato questa foto e ve la mostro per darvi un’idea dell’atmosfera che si respira qui. La nostra piccola gli era proprio accanto e mentre ero in posa lei faceva ciao ciao con la manina.

Osservare lo stile di vita: come si vive a Guadagnolo
Le piccole dimensioni di ogni cosa, dalle case alle strade, sono forse la caratteristica più importante di Guadagnolo, assieme alla cura dei dettagli.
Tutte le case hanno almeno un vaso di fiori alla finestra e alcuni angoli sembrano davvero usciti da un quadro.

Qui il tempo sembra essersi fermato e, sotto certi aspetti, è difficile da descrivere, perché si tratta di un modo di vivere che ormai sta scomparendo.
Guadagnolo è un paesino dove la signora del bar fa il giro del bancone per fare un sorriso a nostra figlia ed è anche un luogo dove, all’ora di pranzo, si lasciano i passeggini e le biciclette fuori, mentre si mangia tranquillamente con la porta aperta.

Il monumento a Gesù Redentore
Dopo la pausa al Monumento dei Caduti, si può tornare indietro e prendere la salita laterale, di fronte alla piazza. Una ripida scalinata conduce al punto più alto del paese. Qui si trova la grande statua di Gesù Redentore, realizzata interamente in bronzo con le braccia aperte rivolte verso Roma.

La sua costruzione risale a un progetto voluto da Papa Leone XIII in occasione del Giubileo del 1900. Il pontefice, infatti, fece realizzare 20 monumenti dedicati a Gesù Redentore, da installare sulle cime delle montagne italiane. Per la provincia di Roma fu scelto il borgo di Guadagnolo.
La statua attuale risale al 1976, anno in cui quella originaria fu quasi completamente distrutta da un fulmine. L’unica parte a salvarsi fu la testa, oggi conservata come una reliquia nella Chiesa di San Giacomo, alle porte del paese.
Nello stesso piazzale ci sono anche i resti di un piccolo tempio di origine romana.

Durante il tragitto per tornare a casa, stavo pensando a come siamo abituati. Pensiamo sempre che per scoprire luoghi meravigliosi bisogna per forza andare lontano, in chissà quale meta esotica. Guadagnolo però ci ricorda che non è sempre così.
Alla fine sono convinta che dipende tutto dal punto di vista con cui guardiamo le cose. Noi domenica scorsa ci siamo sentiti in vacanza pur essendo a due passi da casa. Perché in questo piccolo borgo c’è bellezza. Basta saperla vedere nei fiori colorati, nell’aria frizzante di montagna e nei piccoli giardini incastonati nella roccia. Ecco, forse, cosa vedere – davvero- a Guadagnolo.
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