
In questo articolo analizziamo la comunicazione di un travel blogger professionista.
In particolare, come dovrebbe comunicare un travel blogger e da che parte iniziare per imboccare la strada giusta?
Di recente ho iniziato ad affrontare il tema comunicazione relativo al mondo degli hotel. Scrivendo su questo blog, dove i viaggi sono l’altro tema principale, mi sembra utile analizzarlo anche sotto il profilo del blogger, nello specifico del travel blogger.
Indice degli argomenti
Cosa significa essere travel blogger professionista
Secondo il vocabolario Treccani, professionista è chi
esercita una professione […] come attività economica primaria.
Una definizione, questa, che stabilisce un confine tra chi scrive per hobby e chi, invece, si muove per farne un lavoro.
Scrivere per il piacere di farlo non significa avere un blog di poco valore. Ma rendere la scrittura di viaggio una professione richiede un salto di qualità che, prima o poi, chi è davvero determinato a farcela si trova ad affrontare.
In rete circolano migliaia di articoli su come diventare travel blogger e affinare la comunicazione. Se alcuni sono validi, altri – molti- trattano l’argomento in modo del tutto superficiale, come se gli autori temessero di svelare chissà quali segreti. Sono articoli che dicono e non dicono, lasciando i lettori, in questo caso gli aspiranti blogger, con più dubbi che risposte.
Io vorrei provare a dire la mia, raccontandovi di come sono maturata come blogger e concludendo con due esempi di buona comunicazione da parte di travel blogger professionisti italiani.
Certamente non riuscirò a offrire tutte le risposte, ma forse sarò capace di andare oltre la superficie della questione, per un minimo di consapevolezza in più.
Come dovrebbe comunicare un blogger di viaggi?
La comunicazione è un’arte sottile. Il compito di un travel blogger di professione è cercare la sua voce e usarla per rendersi unico e riconoscibile.
Creare qualcosa di diverso quando tutto sembra essere stato fatto è difficile, ma non impossibile.
Com’è cambiato il mio approccio al blogging
Io ho sempre amato scrivere e viaggiare. Per anni l’ho fatto solo per me stessa, poi, quasi per gioco, ho dato vita a questo blog. Solo con il tempo ho capito che potevo farne un lavoro.
Ma non ero pronta.
Nel momento in cui cominciai a fare sul serio avevo la testa infarcita di nozioni tecniche: Seo, motori di ricerca, risultati in prima pagina. Ero talmente presa dalla voglia di riuscire che commettevo l’errore più grande che un blogger possa fare: snaturare se stesso e il suo stile comunicativo.
Nello scrivere un articolo, stentavo a trovare le parole. Il mio stile di scrittura era banale, ingessato. Parlavo di destinazioni e località quasi come elencassi gli effetti indesiderati di una medicina. Il risultato erano freddi elenchi di cose da fare e luoghi da visitare senza un briciolo di personalizzazione. Non sarei andata lontana, perché inconsapevolmente cercavo di amalgamarmi agli altri, somigliando a tutti e a nessuno allo stesso tempo.
Strano a dirlo, ma per me, sotto questo punto di vista, la pandemia è stata una sorta di risveglio.
Chiusa in casa e attaccata a Internet, iniziai a non apprezzare più la visibilità a tutti i costi e la voglia di fare numeri cavalcando gli argomenti di tendenza.
L’atteggiamento di tanti blogger che fino a quel momento stimavo, mi ha portata a rivedere completamente il mio modo di pormi. Se vi interessa, ne parlo qui: Blogger ai tempi del coronavirus? Si, a modo mio
A partire dallo scorso anno le cose sono diventate più chiare.
Mi sono staccata dagli stereotipi che vogliono i travel blogger sempre presenti e sulla cresta dell’onda. Ritrovando me stessa, ho trovato anche la mia voce. Ora ho ben chiaro chi sono e cosa voglio, so cosa scrivere e so anche come lo devo scrivere.
Non mi chiedo più come gli altri affrontano un certo argomento, penso invece a cosa potrei dire io e come renderlo interessante per i miei lettori. Voglio dire, è chiaro che, parlando di Roma, tutti sanno che è un must visitare il Colosseo. Fare la differenza significa allora raccontare un ricordo, un aneddoto che nessuno conosce, fosse anche perché appartiene alla mia storia personale.
Io credo che la chiave per differenziarsi dalla massa e comunicare come un vero professionista del settore sia proprio questa. Smettere di pensare agli altri e concentrarsi sulle proprie qualità e sul proprio modo di essere.
Capire da dove partire è l’inizio, poi sono fondamentali lo studio e l’esercizio, abituandosi a pensare in modo creativo. Qui vi racconto come faccio: Esercitare la creatività per scrivere sul blog
La comunicazione di un travel blogger professionista: esempi pratici
Come vi anticipavo prima, inserisco due esempi di blogger di viaggi che, grazie al loro stile, riescono a comunicare differenziandosi dagli altri. Perché un conto è parlare in teoria, mettere tutto in pratica però è un altro paio di maniche.
Pimp my trip
Pimp my trip è il blog di Martina Santamaria, la pioniera dei viaggi avventura nel nostro Paese.
Anche se all’interno del blog Martina non disdegna l’Italia, con un occhio di riguardo per la sua Liguria, gli articoli che preferisco riguardano le mete esotiche.
Ve ne cito uno per rendere l’idea.
[…] Quando comprai, ormai qualche mese fa, i biglietti aerei per questo affascinante Paese Mediorientale, la prima reazione di amici e parenti fu: “Ma siete pazzi? Viaggiare in Iran è pericoloso![…] questo è davvero un Paese che stupisce e lascia a bocca aperta per la quantità di cose meravigliose da vedere, di esperienze da vivere ma soprattutto di persone da incontrare. […] “Ma l’Iran è sicuro?” Probabilmente il giorno che ci metterete piede vi sentirete nel Paese più sicuro al mondo: gli iraniani sono persone di un’ospitalità incredibile e quando incontrano un viaggiatore lo trattano più come una persona preziosa e importante che come un semplice turista: inviti a pranzo, a cena, a dormire nelle loro case sono all’ordine del giorno. […] Il mio pensiero è che se l’Iran ha davvero dei luoghi che assolutamente ogni viaggiatore dovrebbe visitare almeno una volta nella vita, sono davvero le esperienze che potrà vivere qui a rendere questo viaggio davvero speciale. [… ]
Tratto da “Iran fai da te: guida di viaggio nella nuova Persia (2020)”, pimpmytrip.it, di Martina Santamaria.
Vi consiglio di leggere l’articolo completo sul blog di Martina.
Analizzandolo dal punto di vista di un travel blogger, possiamo dire che:
- essendo molto dettagliato, fornisce un’idea precisa del luogo di cui si parla, in questo caso l’Iran.
- Le informazioni pratiche – come arrivare, dove dormire e come vestirsi- sono sapientemente mixate ai pensieri personali.
- Martina arricchisce l’articolo rendendolo unico nel suo genere. Si espone in prima persona con ricordi, idee e sensazioni.
Proprio per questi motivi ne viene fuori un contenuto unico, con uno stile comunicativo irripetibile, capace di trasmettere ben altro rispetto alle singole informazioni pratiche. Ecco un esempio perfetto di come dovrebbe comunicare un travel blogger professionista.
La bussola e il diario
La bussola e il diario è il blog di Claudia Boccini, dove si parla di arte, borghi ed enogastronomia, con un’attenzione speciale per le gite fuori porta. Il suo focus, dunque, è un turismo a portata di tutti.
Anche in questo caso vi cito un articolo tratto dal blog e vediamo come e perché Claudia riesce a fare la differenza.
Visitare la Rocca di Gradara è stato un grande premio che è valso tutto il tempo impiegato a deviare dall’itinerario che- da San Marino- ci ha portato a percorrere la bellissima strada panoramica che corre lungo il territorio del Parco Naturale di San Bortolo fino alla città di Pesaro. […] Nonostante fosse un lunedì mattina di uno dei primi giorni di libertà post pandemia, la via principale […] era vivace di visitatori, attratti dalla particolarità del luogo, dalla sua struttura architettonica immutata nel tempo e, di sicuro, anche dai numerosi bar, ristoranti e rivendite. […] La gestione della Rocca, che è un bene demaniale, è stata affidata alla Direzione Regionale Musei Marche ed ovviamente, come tutti i siti pubblici che si rispettano e nonostante il bene storico fosse stato chiuso per mesi a causa della pandemia, il lunedì era rigorosamente chiuso per riposo settimanale. […]
Tratto da “Visitare la Rocca di Gradara, tra storia e leggenda”, bussoladiario.com, di Claudia Boccini.
Anche in questo caso vi invito a leggere l’articolo per intero sul blog di Claudia, articolo molto dettagliato in cui ci sono informazioni pratiche e notizie storiche, senza nascondere ciò che non funziona – la Rocca chiusa per riposo settimanale-.
In questo modo Claudia non solo analizza il luogo sotto ogni punto di vista, ma dimostra affidabilità senza tacere i lati negativi della sua esperienza. Tutto questo, unito a uno stile di scrittura molto simile al racconto, la rendono una delle figure più interessanti fra i travel blogger italiani.
Se anche voi riscontrate le mie stesse difficoltà, vi invito a dare un’occhiata alla mia pagina Diventare Travel Blogger professionista, dove troverete nel dettaglio tutti i modi in cui possiamo lavorare insieme per far decollare il vostro blog di viaggi portandolo al successo.
Fin ora ho parlato io, dando sfogo alle mie opinioni e cercando di dimostrare che distinguersi è possibile, anche in un settore inflazionato come quello dei viaggi. Mi piacerebbe però sentire il vostro parere. Se vi va, aspetto i vostri commenti.