
C’era una volta una ragazza che viveva dei suoi sogni, che amava scrivere e non vedeva l’ora di girare il mondo.
Tenne duro per anni, prima scrivendo nelle pause del lavoro, poi con la sua bambina neonata in braccio, infine la notte, mentre la piccola dormiva.
Finché un bel giorno cominciarono ad arrivare i primi riconoscimenti e, soprattutto, tante offerte di lavoro che quando ne capita una sola di quel genere è già la chance di una vita.
Essendo una mamma, non se la sentiva di accettare ruoli così impegnativi, e nonostante la tristezza per le opportunità perse, era consapevole di aver imboccato la strada giusta e continuava a resistere, combattendo a denti stretti per realizzare i suoi sogni.
Finché un giorno di Settembre, stremata, cadde in una specie di bourn out. Prese a calci la porta del salotto, e per un istante fu tentata di riservare lo stesso trattamento al suo computer, compagno di sogni e di scrittura. Per la prima volta dopo oltre un anno, aveva persino saltato l’appuntamento settimanale con i lettori del suo blog.
Quel giorno però, fu anche quello del risveglio. Perché quella donna ammise a sé stessa che non c’è organizzazione o volontà che tenga, alla lunga, se non si riceve un minimo di supporto da quella società che troppo spesso viene identificata come un’entità astratta, dimenticandoci che la società è composta da ognuno di noi.
Allora prese coscienza dei suoi limiti, accettando di fare meno, nonostante la ferrea volontà di realizzare cento, mille sogni.
E promise a chi non credeva in lei che un giorno, nessuno sarebbe potuto entrare in una libreria senza leggere il suo nome e chiunque avesse aperto una qualsiasi pagina sul web, avrebbe trovato i suoi pezzi a fargli compagnia.
Cosa voglio dirti
Ho voluto raccontarti uno spaccato della mia giornata, una di quelle decisamente no, per dirti che, se ti senti stremato, ti capisco.
Non importa che tu sia uomo o donna e non importa neppure che lavoro fai.
Quando le cose non vanno come vorresti, riparti da te.
Spegni il telefono per un giorno, beviti un caffè, fai una passeggiata, gioca con i tuoi figli se ne hai e guardali negli occhi.
La sera poi, o anche il giorno successivo, riparti da te, ancora una volta.
Ricordati chi sei e da dove sei partito, pensa al tuo obiettivo e focalizzalo nella tua mente, ripercorrendo tutti i passi che ti hanno portato dove sei adesso. Poi, inizia a fare qualcosa, non importa cosa, ma fallo. Sistema la tua scrivania, riordina le fatture, scrivi quell’ e-mail al collega che ammiri e che ti ispira tanto.
Ricomincia, ma a piccoli passi. E prima che tu te ne renda conto, quei passi si trasformeranno in un percorso meraviglioso. Un percorso costellato di salite e cadute rovinose. Ma che, alla fine, sarà proprio quello che ti condurrà esattamente dove sogni di essere.