Articolo aggiornato il giorno 8 Settembre 2021

Oggi parliamo di blog e social network.
Questo è uno di quei post scritti di getto, nel senso che non avevo affatto programmato.
Nasce dalle mie riflessioni dopo aver letto un annuncio sponsorizzato -l’ennesimo- su Facebook, dove il guru di turno promette 800.000 visite mensili al blog.
Come? Basta acquistare il suo corso sulla gestione professionale dei social. Beato lui che riesce a fornire una stima tanto precisa dei futuri visitatori, mi viene da dire.
Pensare che io non ancora capito se i social sono davvero necessari per il blog, e, se lo sono, in che misura.
Proprio per questo vorrei provare a ragionare un attimo sulla questione.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, preciso che io, a differenza dei guru che promettono miracoli, non ho convinzioni assolute. Quindi non voglio convincere nessun blogger – o aspirante tale- a un uso più o meno frequente dei social.
Detto questo, chiarisco che ammiro quei professionisti che, essendo davvero esperti, aiutano i blogger e le aziende nella gestione dei loro profili e insegnano strategie che, nel corso del tempo, si rivelano realmente efficaci.
Però, da qui a promettere un numero esatto di visitatori mensili, arrivando alla cifra di 800.000, diciamo che ce ne passa. Mi sa tanto di fuffa, anche perché, nessuno sa esattamente quali risultati si possono raggiungere, considerando una marea di variabili e gli algoritmi che cambiano in continuazione.
Indice degli argomenti
Blogger senza blog, i social sono un blog e altre bizzarrie varie
Parto con una domanda che non è per niente banale, vista la confusione che circola ultimamente. Che rapporto c’è tra blog e social?
Oggi basta davvero poco per definirsi blogger. Uno o più profili social, qualche manciata di seguaci – veri o presunti che siano- e qualche foto ammiccante del blogger in questione. Tutto perfetto, insomma. Peccato che poi, non sempre, certo, ma spesso, il blogger non ha neppure un blog.
In altri casi magari il blog esiste ma non viene aggiornato da mesi, proprio perché si concentrano tutte le energie sulla gestione dei social network.
Tutto questo non fa che screditare la figura del blogger, soprattutto nel settore travel, che al momento è uno dei più inflazionati. Spesso chi scrive di viaggi viene paragonato a un arrampicatore sociale atto a scroccare cene e vacanze gratis. Inutile dirlo, ma il classico profilo di chi assume questo atteggiamento – che purtroppo nel mondo dei social è sempre più diffuso- è quello di chi cerca visibilità.
Visibilità che, soprattutto nel mondo dei viaggi, si misura in base a due criteri: apparenza e presenza sui social – che fanno pure rima-.
Ne parlo approfonditamente nel mio saggio, pubblicato con la casa editrice Luoghi Interiori, di cui vi racconto in questo articolo: Miti e leggende sul Travel Blogging: chi è e come lavora un blogger di viaggi
Il male dei nostri tempi: l’arte di apparire a tutti i costi
L’altro giorno stavo scorrendo la Home di Instragram. Uno degli hastag che seguo si chiama “Borghi d’Italia”. Il suo focus dovrebbe essere abbastanza scontato, no? Così non è, dato che mi sono imbattuta in uno scatto, a dir poco molto provocante, di una ragazza in riva al mare. Con uno costume ai minimi termini e il lato b in bella mostra.
A parte il fatto che non capisco dove fosse il borgo in quella foto e già su questo si potrebbe aprire una discussione molto interessante. Ma la domanda che mi pongo è a cosa serve tutto questo apparire. Da quando è necessario spogliarsi per parlare di viaggi? Che poi, se proprio si vuole postare una foto al mare, esistono costumi dignitosissimi che servono allo scopo per cui sono stati inventati: fare il bagno e prendere il sole. Stop.
Esserci sempre e comunque
A me sembra che questo mettersi continuamente in mostra, usando il corpo come un feticcio, risponda al bisogno esasperato che ci vuole sempre presenti. Ogni giorno, purché si abbia qualcosa da far vedere, poco importa che dietro non ci sia nulla da raccontare. Perché proprio il racconto e la condivisione dovrebbero essere i presupposti alla base di un blog, a prescindere dal tema trattato. Sempre con una buona dose di coscienza, perché non dobbiamo mai dimenticare che siamo responsabili di ciò che pubblichiamo. Ne parlo qui: Blogger ai tempi del coronavirus? Si, a modo mio
A cosa servono – davvero- i social newtork
Una volta per tutte, allora, chiariamo una cosa.
I social sono molto utili per far crescere un blog, per almeno tre motivi.
- Permettono la condivisione di foto e articoli. Far circolare i contenuti significa poter aumentare le visite al blog;
- Aiutano a creare una community di persone interessate ai temi del blog;
- Consentono di intercettare gli esperti del settore, prendendo spunto, imparando da loro e magari creare delle relazioni virtuose.
Quindi possiamo dire che i social network rappresentano uno strumento fondamentale per far conoscere il blog, soprattutto all’inizio.
Ma, almeno secondo me, il blog deve ricevere maggiori attenzioni e non viceversa. Un blog senza i social resta un progetto vivo, aggiornato continuamente grazie a contenuti freschi. Un profilo social senza un blog resta un insieme di foto, stati e informazioni, nulla di più. Per carità, c’è chi ha fatto la sua fortuna proprio grazie ai social, ma per favore, non definiamo blogger chi non ha nemmeno un blog, seppure amatoriale.

Il blog e i social network: è possibile senza?
Detto questo, conosco diversi blogger talmente bravi da avere numeri altissimi pur non avendo i social.
Secondo me si tratta di una strada fattibile. Certo, è chiaro che dipende anche dalla strada che si vuole percorrere. Per esempio, se si parte per hobby, scrivendo solo per il gusto di farlo, magari non c’è la necessità di comparire tra le prime pagine dei motori di ricerca, quindi i social potrebbero anche non servire.
Inoltre ci sono molti blogger che usano i profili social a scopo personale, senza legarli al loro progetto di scrittura. Altri sono molto riservati e non amano apparire troppo.
Io, ad esempio, ho una sorta di odio-amore per Facebook, Instagram e tutte le altre piattaforme di questo genere. Ammetto che spesso sparisco per un po’, ma allo stesso tempo trovate nuovi articoli su questo blog che però non pubblicizzo. Quindi nel mio caso, le due cose non vanno di pari passo, anche se sto provando a lavorarci.
Il fatto è che a volte mi sembra una seccatura interrompere il momento che sto vivendo per scattare una foto e aggiornare il mio stato, quindi finisco per non pubblicare nulla sui social.
Con il blog ho un rapporto profondamente diverso. Per me la scrittura non è solo un lavoro, mi permette di stare bene, organizzare i pensieri ed esprimere me stessa al meglio. Cercare la parola più adatta per descrivere un luogo o per raccontare una situazione, è una soddisfazione che nessun social potrà mai darmi. Forse anche per questo seguo tanti profili ma poi quelli con cui interagisco si contano davvero sulle dita di una mano, mentre non perdo nemmeno un articolo dei miei blogger d’ispirazione.
Se anche voi siete dell’idea che il blog sia la chiave per farsi conoscere nel mondo del web e vorreste portarlo a un livello più alto, vi invito a dare un’occhiata alla mia pagina Diventare Travel Blogger professionista. Qui troverete tutti i modi in cui posso aiutarvi a spiccare il volo come travel blogger, arrivando a monetizzare la vostra passione. Scrivetemi pure per una chiacchierata senza impegno e vedremo come possiamo lavorare insieme creando un percorso cucito su misura per voi.
Voi che rapporto avete con i social network? Secondo voi, quanto sono importanti per avere un blog di successo?